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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

l'illusione dell'unità

Abbiamo menzionato in precedenza l'idea dei molti 'io'. Le impressioni esterne - provenienti da tutto ciò che colpisce i nostri sensi - evocano in noi delle risposte in forma di pensieri: quello che nel post precedente abbiamo chiamato gli 'io'. Una caratteristica degli 'io' è che non sono sotto il controllo della nostra volontà, ma si susseguono in modo automatico, per associazione. Faccio per uscire di casa, scopro che ho dimenticato la chiave. Questo incidente mi ricorda mio padre, che le dimenticava sempre. Il che mi fa pensare che è da tanto che non lo chiamo, dovrei farlo. Il che mi ricorda il telefono cellulare che dovrei cambiare presto. Quanto costa quel telefono che mi piace? Il che mi ricorda lo stato del mio conto in banca, il che mi porta a pensare alla disuguaglianza tra ricchi e poveri nel mondo... È possibile trascorrere in questo stato associativo un'intera giornata; un'intera vita. Le associazioni si susseguono in modo involontario, senza il nostro controllo. È proprio questa involontarietà che definisce l'Immaginazione. L’immaginazione è detta lo stato naturale dell’uomo, perché si svolge in modo del tutto automatico senza richiedere alcuno sforzo. Gli 'io' di immaginazione sono della stessa natura incontrollata delle immagini nei sogni. Eppure, mentre li subiamo, siamo convinti di essere svegli. Altra cosa è l'immaginazione creativa di un architetto che progetta un palazzo: lì c'è controllo. Qualcosa in noi disciplina i pensieri. L'immaginazione è spesso simboleggiata da acque agitate. Senza quiete della mente non c'è ricordo di sé. L'immaginazione - questo flusso incontrollato di pensieri, sensazioni, emozioni sui quali non possiamo nulla - è ciò che ci impedisce di essere presenti ora. Osservarla e riconoscerla è il primo passo per controllarla.

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