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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

a cosa servono le carte

Lo studio dei centri, ovvero del funzionamento della macchina umana, è parte del lavoro di auto-osservazione che, perlomeno all’inizio di un lavoro spirituale, è un aspetto importante.

Si impara che tutti abbiamo tutte le carte, così come tutti abbiamo piedi o ginocchia.

Si impara poi che ognuno ha una sua carta prediletta, che vede il mondo attraverso i suoi particolari interessi, e ci imprigiona nella nostra soggettività- assieme a tipo di corpo, caratteristiche, nazionalità, educazione e influenze ed incontri accidentali. Il centro di gravità.

Si comincia a vedere se stessi e gli altri in modo più oggettivo - come macchine che non possono che fare quello che fanno, pensare quello che pensano, sentire quello che sentono.

Ci si comincia a liberare dal peso emozionale di colpe, risentimenti, ingiustizie, vendette - anche se in realtà si tratta di un percorso lungo, che con questa conoscenza comincia soltanto.

Si apprende che ci sono funzioni che sono più compatibili con lo stato di presenza, ed altre che lo sono meno. Che si può quindi decidere di frequentare gli stati più favorevoli, sottoponendosi a una legge più benigna.

Si impara poi che tutte le manifestazioni umane, anche quelle che ci sembrano le più importanti e più nobili, quei talenti, quella sensibilità, quella bellezza, quella intelligenza, quel coraggio, quella perspicacia, ‘non sono altro che un mazzo di carte’, e il mio vero Io è altrove. È qui.

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