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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

Ancora sulla luna


Ieri abbiamo avuto il picco della fase di luna piena, e il suo effetto durerà ancora un paio di giorni.


Nel mio caso, oltre al solito estremizzarsi degli ‘io’, con più ansia, preoccupazione, confusione, ho avuto problemi con il computer, tanto che sto scrivendo questo post dal telefono e sto correndo a far riparare il laptop. Inizialmente, dovendo prenotare un volo, mi ha dato la possibilità di trasportare con me 800 kg di bagaglio. Poi il programma e-mail mi ha annunciato che ‘il mio periodo di prova gratuita di 15 giorni è terminato’ (lo uso da 10 anni). Una volta ripristinato, i miei 10 anni di e-mail erano scomparsi. Zoom non si è acceso, poi il browser e, dulcis in fundo, nessun programma ora funziona. Il computer è staccato e impacchettato e lo sto portando a riparare.


Scrivo questo per sottolineare il carattere estremo di queste manifestazioni. In oltre trent’anni di osservazione posso dire di essere assolutamente certo dell’influsso delle fasi lunari fin dentro a certi dettagli che possono sembrare buffi o improbabili.


Osservate, senza pregiudizi. Sono certo che a molti di voi sono capitati e stanno capitando malintesi, litigi, malesseri più intensi del solito o, come a me, disguidi in apparati elettronici.

Un elemento è che gli io diventano più estremi, fanno sentire più forte la loro voce, strepitano tanto che tendiamo di più a crederli reali.


Sarà quindi più difficile mantenere uno scopo, rispettare una dieta, non dire quella cattiveria che potrebbe ferire, lasciar correre un torto subito, registrare con indifferenza lo sgarbo di un automobilista.


Un corollario che trovo divertente di questa legge l’ho notato nella programmazione radiofonica. Parlo dello stesso fenomeno che ho notato in Italia, negli Stati Uniti e in altri paesi, quindi universale.


Ascolto di preferenza musica classica. Durante queste fasi i programmatori dei programmi di classica selezionano dei brani di musica contemporanea inascoltabili per il mio gusto, pieni di dissonanze e rumori sgradevoli, tanto che per me quella è, da anni, “musica da luna,” È un piccolo buffo aspetto della estremizzazione degli io.

Anche le tensioni fisiche si acuiscono, i punti deboli del nostro organismo tendono ad andare in crisi e ammalarsi: mal di testa, digestione, qualsiasi sia il nostro punto di fragilità.


L’umore risente di questo estremo altalenare.

Cosa fare?

In quale modo possiamo trarre profitto da questa situazione?


Per lo studente di una scuola questa è un’occasione preziosa.


A volte gli io sono così assurdi che per la prima volta potrebbe capitarci di comprendere davvero che tutto ciò che conosciamo di noi è ‘macchina’ e non si salva niente.

Per uno studente più avanzato c’è l’occasione di non reagire - c’è riuscito in momenti più semplici, ora deve farcela a ricollocare il suo senso di ‘io sono’ in un posto separato da questo mare in tempesta, da queste urla che gridano: “Questo problema è reale!” “Si tratta di un’emergenza!” “È inaudito’. E così via.

Questo è ciò che Gurdjieff definì ‘fare.’


L’atteggiamento stesso verso queste forme di sofferenza dovrebbe essere di gratitudine. Sono queste pressioni che ci permettono di progredire, di diventare altro.

Oggi ho ricevuto un messaggio dal mio maestro, che riguarda gli studenti di una scuola e quindi non strettamente chi legge, ma trascrivo ugualmente perché illustra un principio:

“Gli shock dalla Scuola Superiore provocano l’apparizione della presenza, finché questa non appare da sé.”


Per Scuola Superiore possiamo qui intendere Influenza C. È per questo che ho parlato di gratitudine. Sono inviti alla presenza, temporaneamente adottati finché non si impara a camminare da soli.


Il mio maestro nello stesso messaggio cita anche un bellissimo passaggio da Platone:

“Per il musicista che pizzica la nota sbagliata, la giusta punizione è il riportarlo all’armonia.”


Buona giornata e buona fortuna.

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