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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

Bambini o architetti

Che differenza c'è tra un bimbo che costruisce un castello di sabbia e un architetto che costruisce una casa?

Qualche tempo fa al mare ho visto un papà che giocava con un bambino per costruire un castello di sabbia. Da come parlava, mi sono fatta l'idea che il papà fosse per mestiere un architetto.

Mentre pensavo al post di Sergio Antonio e a quanto sia vero che nel lavoro bisogna gradualmente orientare ogni scelta verso il proprio obiettivo di svegliarsi, mi tornava alla mente questa immagine. A volte siamo come bimbi che vogliono costruire un castello di sabbia. Può essere una cosa che desideriamo molto, che ci impegna almeno per un po', che richiede attenzione e strumenti adeguati come secchiello e paletta, conchiglie decorative raccolte con cura. Magari verrà un bellissimo castello con cui giocheremo tutto il giorno, divertendoci molto. Ma in fondo siamo liberi di stufarci senza conseguenze e lasciare il castello per passare a un altro gioco. Il nostro interesse è guidato dal fascino e dal piacere più che dalla necessità.

Altre volte siamo più simili ad architetti. Persone preparate, che hanno studiato e fatto esperienza, per cui costruire una casa è un vero lavoro. Riceviamo un compenso per farlo, ne siamo responsabili e se non lo facciamo bene, avremo conseguenze. La nostra costruzione diventa un obiettivo per cui vale la pena gioire e faticare.

Comprendere la necessità e l'urgenza del lavoro non è immediato. Questa comprensione cresce con il crescere del nostro essere e si alimenta con la costante pratica del lavoro, con il continuo raffinamento degli idrogeni.

Entrare in una scuola per me ha rappresentato il primo passo. Ma ogni giorno, ogni momento si aprono nuove opportunità che riesco a cogliere o lascio passare. E poi riesco a cogliere di nuovo.

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