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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

Bilanciare i centri

(di Vale Lama)

Nei giorni scorsi abbiamo organizzato l’incontro a Milano dedicato a Immaginazione e Presenza, a cui hanno partecipato alcuni lettori di questa pagina.

Mi ha colpita un tema di discussione in particolare, che riguarda l’allineamento o ‘bilanciamento’ dei centri. Sostanzialmente si riferisce all’idea che avere centri sbilanciati non consente all’uomo di raggiungere i centri superiori tanto da svegliarsi.

Come lavoriamo per bilanciare i centri e fare in modo che uno non faccia il lavoro dell’altro?

Nella scuola lavoriamo principalmente per sviluppare il centro emozionale ed educare quello istintivo. Non ci sono esercizi motori programmati, danze sacre, prove di resistenza, di silenzio o simili. Non si deve studiare nulla di definito. Non si fa uso di sostanze particolari.

Molta della ‘forma’ della scuola si concentra intorno alla fruizione intenzionale dell’arte e alla creazione di momenti intenzionali e di bellezza intorno alla tavola. Quasi tutto il resto diventa parte del percorso individuale di ciascuno studente, secondo quello che ritiene utile al proprio personale lavoro.

Un punto fondamentale nella mia comprensione è che la Quarta Via in realtà non lavora sulla macchina, ma sulla coscienza. La macchina e le sue manifestazioni sono un mezzo che deve essere ‘trasformato’ per raggiungere la Presenza. L’idea di ‘perfezionare la propria macchina’ appartiene all’Influenza B e rappresenta una sorta di risveglio relativo limitato al piano meccanico.

È vero che all’inizio del percorso osservare e conoscere meglio la propria macchina può essere importante. Ma quello che ho notato è che nella grande maggioranza dei casi la parte meno sviluppata e il vero ostacolo è rappresentato dalla debolezza del re di cuori dentro di noi. La parte intellettuale del centro emozionale non è abbastanza forte da sostenere il lavoro.

Qui non si parla in generale di energia emozionale. Ma dell’uso intenzionale del centro emozionale, capace di dirigere l’energia emozionale dove desidera. Come risultato la crescita del re di cuori in noi, diventa come un centro di gravità permanente, una luna interiore, ci allontana dall’influenza delle parti della macchina che sono meno interessate al lavoro e fa luce sugli aspetti della nostra meccanicità su cui dobbiamo effettivamente intervenire.

Poichè i centri di gravità più diffusi tra gli uomini sono l’istintivo e il motorio, ha molto senso che esercizi motori e istintivi vengano considerati utili e funzionali alla migliore osservazione della macchina e a lavorare su di essa. E magari nel tempo, come effetto di questo, si otterrà uno sviluppo anche del re di cuori.

La guida del nostro maestro ci porta a lavorare più direttamente sul re di cuori e sulla Presenza.

Senza voler ‘giudicare’ cose che non conosco, penso possa essere un buon modo di rispondere alla domanda con cui ho aperto questo post.

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