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Chiunque tu sia

  • Immagine del redattore: Il Ricordo di Sé
    Il Ricordo di Sé
  • 11 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

A oggi sono trentasei anni che pratico lavoro in una scuola.


Da una parte, l’opera è ben lontana dall’essere compiuta. Dall’altra, certamente non sono più la persona che ero quando ho iniziato (e nemmeno, se è per questo, la persona che ero un anno fa). Il processo a cui sono sottoposto non conosce ritorno.


Stamattina pensavo, svegliandomi, a questa attività o esercizio che ho, quello di comunicare con voi, con persone dotate di un centro magnetico e che gravitano a diverse distanze e posizioni attorno alla possibilità di un serio lavoro.


Poiché il numero dei follower aumenta e le persone che interagiscono cambiano continuamente, possiamo dire che la comunicazione si svolge sempre allo stesso livello: quello del centro magnetico, appunto.


La mia posizione personale rispetto a questo compito diventa sempre più bizzarra: dato che il mio lavoro progredisce e il livello di questa pagina resta inevitabilmente allo stesso livello, parlo di cose che mi sono sempre più distanti, al punto che non sono più certo di ricordare bene cosa si provava quando ero in quella condizione, con un linguaggio che è anch’esso sempre più distante da come penso e da come mi esprimo coi miei amici studenti.


È come se fossi arrivato nel tempo a piedi fino in CIna ma il mio lavoro consistesse nel dare indicazioni per raggiungere una certa pasticceria nel centro storico del paesello da cui sono partito. Col tempo la via, il negozio, il paesello, diventano sempre più incerti, il ricordo si dissipa. Saranno ancora utili le mie indicazioni?


Poiché qui su Facebook non c’è una relazione di scuola - non c’è un maestro, non ci sono persone disposte a seguire delle istruzioni e impegnate a farlo - questo spazio è fonte per me a volte di singolari e intense frizioni, forse esagerate rispetto alla portata della questione. Specialmente quando qualcosa che ritengo importante non viene compreso o accettato (ci sono alcune idee che continuamente trovano resistenza e mi mostrano implacabilmente la differenza tra lavoro di scuola e un gruppo informale su Facebook: L’espressione delle emozioni negative, la natura dell’essenza, l’esperienza dei Centri Superiori, l’idea di fortuna…), e vedo quindi che per la persona l’esperienza del risveglio è preclusa a causa di quella errata comprensione, devo fare uno sforzo particolare per ricordare che tutto è perfettamente orchestrato e si muove secondo leggi ineludibili, che ogni cosa procede esattamente come deve procedere, che comprensioni e incomprensioni fanno parte di un delicato e necessario spartito che deve essere eseguito alla perfezione.


Oppure quando vedo che la persona è troppo tiepida per intraprendere un lavoro serio, trova mille ragioni per non cominciare: mi dico allora: “Sei certo di non star perdendo il tuo tempo? Non potresti impiegarlo in modo più piacevole e produttivo?”


Forse il ristrettissimo numero di persone che si sono unite alla mia scuola a causa di queste pagine giustificano lo sforzo. Forse scrivo in questo spazio per apprendere compassione e pazienza, virtù essenziali al risveglio, che certamente non sono il mio forte. Forse lo sforzo è, alla fine, principalmente per me, per la mia educazione e formazione.


Come scrisse Walt Whitman:


Chiunque tu sia! impulso e riflessione

sono per te specialmente,

Per te il divino vascello naviga il mare divino.

Chiunque tu sia! Tu sei colui o colei

per cui la terra è solida e liquida,

Sei colui o colei per cui il sole e la luna

sono sospesi in cielo,

Perché nessuno più di te è il presente e il passato,

Nessuno più di te è l’immortalità.

Ciascun uomo per sé, ciascuna donna per sé,

è parola del presente e del passato,

e la vera parola dell’immortalità,

Nessuno può acquisire per un altro — nessuno,

Nessuno può crescere per un altro — nessuno.

Il canto è per il cantante, e torna a lui soprattutto,

L’insegnamento è per l’insegnante, e torna a lui soprattutto,

L’assassinio è per l’omicida, e torna a lui soprattutto,

Il furto è per il ladro, e torna a lui soprattutto,

L’amore è per l’amante, e torna a lui soprattutto,

Il dono è per il donatore, e torna a lui soprattutto — non può fallire,

Il discorso è per l’oratore,

la recita per l’attore o per l’attrice, non per il pubblico,

E nessun uomo concepisce grandezza e bontà alcuna

tranne la propria, o l’indicazione della propria.

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