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  • Immagine del redattore: Il Ricordo di Sé
    Il Ricordo di Sé
  • 6 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Che cos'è Giacomo? Un nome.


In momenti di sufficiente consapevolezza, quando non sono immerso nell'identificazione, l'esperienza dello stato di presenza rende evidenti due entità: ciò che osserva, e qualcos'altro che è osservato - il bagaglio di io, di desideri, attriti, emozioni, opinioni, sensazioni più o meno piacevoli, memorie da cui scaturisce la catena di risposte automatiche che portano avanti le attività quotidiane. Questo bagaglio è Giacomo, un essere che vive in un determinato luogo e in un dato momento storico, sotto certe circostanze, con talenti e mancanze.


Un aspetto del lavoro che può diventare una distrazione allo scopo del lavoro stesso, è dimenticare (o non realizzare) che Giacomo ha la sua vita, da un punto di vista indipendente dallo stato di presenza, e non sarà certo lui a risvegliarsi.


Ripetiamo spesso che è necessario osservare e rieducare in una certa misura i centri, per evitare o aggiustare uno squilibrio eccessivo; ed è giusto godere e assecondare la capacità di relazionarsi con il mondo e le gioie che questa esperienza di vita ci dona. Ma se il lavoro si limita a questa fase, diventerà come un girare intorno, e da una stanza all'altra dello stesso appartamento, mentre quello che dovremmo fare è uscire di casa.


Parare i colpi con gli strumenti del sistema ci porta a un punto del cammino. Il passo successivo è un passo indietro, in uno spazio dove la sensazione di essere (un nome), diventa essere ciò che è presente. Noi non ci siamo più.


Pensiamo di poter controllare la consapevolezza. Questo è ciò che ci fa sentire la contraddizione tra il mondo dei centri inferiori e quello dei centri superiori. Dal punto di vista dei centro superiori la contraddizione non ha senso.


"Finché l'inconsapevolezza della presenza non è un peso impossibile da portare, un'angoscia impossibile da contenere, l'uomo non sa niente.


Stato di peccato è precisamente voler restare incoscienti della non-distanza."


Henry Le Saux

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