Confusione
- Il Ricordo di Sé
- 22 ott
- Tempo di lettura: 2 min

Il tentativo di risvegliarsi non costituisce un processo ordinato: è un percorso accidentato, pieno di esperimenti, errori e, aggiungo, anche di colpi di scena.
Sopraggiungono intervalli, momenti in cui quello che si sa non vale più. Tante informazioni su cui si aveva incertezza, è vero, ora sono chiare e immediatamente visibili; ma sono ancora di più quelle, nuove, di cui non si sa nulla.
Non ci si può permettere di muoversi nel mondo con la confidenza dell’esperto, di vivere nel comodo ambito delle verità che si sono già realizzate.
Essere nel momento è un tuffo nell’ignoto. Chi è presente, sa poco. E chi sa molto - o, ancora meglio, chi si affida principalmente alla propria conoscenza - rimane ancorato alle sue certezze ma chiuso fuori dalla realtà.
Il rendersi conto di non sapere è uno stato profondo.
Walt Whitman:
Che cos’è l’erba?
Mi chiese un bambino portandomene a piene mani;
come potevo rispondergli?
Non so meglio di lui che cosa sia.
La conoscenza della presenza è diretta, non ragionata - si accompagna spesso a un senso di divertito stupore. È un viaggio nel Paese delle Meraviglie che, nel momento in cui si perde la presenza, diventa sgradevolmente sconcertante.
Il tentativo di conseguire la presenza è costituito da momenti in cui bisogna pagare - qualcosa della mia macchina deve essere lasciato cadere, in modo che qualcosa di più alto possa sopraggiungere. Questi momenti sono spesso segnati da sofferenza e confusione.
Il lavoro per inseguire la presenza pone spesso questioni che appaiono irrisolvibili - e sono irrisolvibili, finché non si supera la contraddizione e la si trascende, sollevandosi da quel livello.
A volte, ad esempio, è necessario il rimorso per il dolore portato ad altri grazie alla propria meccanicità, per poter cambiare quella manifestazione.
Altre volte, le nostre stesse contraddizioni ci portano in vicoli ciechi, dato che le varie parti in noi desiderano continuamente cose diverse e contraddittorie, e noi, come schiavi, ci affrettiamo a volerle seguire tutte, senza vedere il disastro che si accompagna necessariamente a questo riempire troppo la propria vita, di troppe cose, di cose che non possono coesistere tra loro - e allora si rende necessario uscirne e, per uscirne, è necessario un cambiamento.
Difficile vedere quanto siano benedette queste situazioni scomode.
Difficile, e prezioso, vedere come lo stato di confusione sia più alto delle certezze che avevamo fino a quel momento.








Commenti