"Se tutto passa, sia passeggera la nostra melodia; quella che ci disseta avrà su noi il sopravvento.
Cantiamo con arte e con amore quello che ci abbandona; siamo più svelti del rapido distacco".
R. M. Rilke
Senza voler sembrare troppo cupo, vorrei dedicare il post di oggi al fatto che abbiamo un certo tempo a disposizione.
I nostri corpi hanno una data di scadenza, non fa molta differenza se siamo giovani o vecchi. Il tempo è limitato per compiere tutto quello che possiamo fare su questo livello. Il sé inferiore respinge questa realtà con l'immaginazione, probabilmente è necessario affinché la vita del pianeta e il flusso discendente del Raggio di Creazione prosegua secondo scopi più ampi.
Per i centri superiori, in un certo senso, tutto questo è irrilevante. Un momento di presenza e di consapevolezza di Mondo 12 e Mondo 6 in noi (quello che chiamiamo Presenza, Ricordo di Sé) ci fa intravedere la libertà di un panorama senza limiti, e ci mostra che viviamo due vite: una, quella del nostro corpo, con i suoi pensieri, emozioni, sensazioni, che avrà presto un termine, e l'altra, che usa i centri inferiori come finestre sul reale, ma è libera dalle leggi che li regolano, e quindi capace di proseguire oltre, se accesa a sufficienza.
La sfida è vivere entrambe le vite, sopportare, accettare la contraddizione, in momenti più alti armonizzarle.
Il punto, e la chiave di tutto, è dove mettiamo, momento per momento, la nostra identità.
Come suggerisce Rilke, 'quella che ci disseta avrà su di noi il sopravvento..'
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