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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

Demenza senile, centro formatorio e centro emozionale


Ho osservato un’amica parlare con sua madre che mostra i primi segni di demenza senile.


È uno studio del centro formatorio, il cervello binario che regola la maggior parte del nostro pensiero, che in realtà di pensiero ha poco, è piuttosto una classificazione meccanica di informazioni e fatti, sì e no, giusto e sbagliato, bianco e nero.

Ma è anche uno studio del centro emozionale, spesso della parte più intenzionale, il re di cuori.


Il centro formatorio funziona con la logica più grossolana.

Così, se la mamma dice: “Non sapevo questa cosa”, il centro formatorio della figlia replica: “Ma sì che te l’avevo detto!”.

Se la mamma chiede: “Ma Carolina è figlia di Beatrice?”, la figlia puntualizza: “Ma certo che no, come sarebbe possibile se Beatrice è più giovane di Carolina?!?”.


In sostanza tutte le volte che la figlia nel sonno non è presente alla condizione della madre, a rispondere è il suo centro formatorio che reagisce letteralmente a quanto viene detto, senza alcuna relatività.

Questa catena di stimolo risposta senza prospettive, può essere interrotta dal centro emozionale.


Quando la figlia sorride alla madre e le dice:”Forse non te lo ricordi più, mamma. La situazione è questa …” o ancora risponde pazientemente alla stessa domanda ripetuta più e più volte.

È importante notare che qui non si parla di sopportare o fingere. Di qualcosa che viene fatto alzando gli occhi al cielo o rodendosi il fegato. Parliamo di attenzione intenzionale, di cui si riconosce con chiarezza il valore.


Nella mia esperienza e comprensione questa attenzione intenzionale del centro emozionale è la forma più alta di amore che la macchina può esprimere.


E perché questo amore si esprima, qualcosa sta già salendo oltre la macchina.

Anche conversando con la sua mamma smemorata, la mia amica può lavorare per essere più sveglia.

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