
Da giovane avevo una personalità critica e negativa. Ricordo che al liceo qualcuno mi fece notare che moltissimi miei interventi cominciavano con: “Non vedo l’utilità…”
Proprio perché possedevo un centro magnetico, ero insoddisfatto delle cose del mondo, di cui vedevo impietosamente ipocrisie e contraddizioni (risparmiando però benevolmente le mie proprie ipocrisie e contraddizioni, che per lo più non vedevo). La caratteristica di vagabondo, poi, mi faceva essere sarcastico e irrispettoso verso le regole e qualsiasi forma di autorità.
Quando entrai nella scuola, questa parte sarcastica se ne restò fuori finché poté. Ma non fu possibile per sempre; a un certo punto queste parti si incontrarono.
Avevo però cominciato a capire, attraverso l’osservazione, di possedere un senso critico che agiva sempre, voleva esprimersi perché questo sosteneva il mio ritratto immaginario: giudicando il mondo, assolvevo e magnificavo me stesso.
Nella scuola incontrai molte idee che stimolavano la mia parte critica; ma poiché avevo cominciato a osservare che questa si attivava spesso ingiustificatamente, cominciai a sospendere il giudizio, a essere più flessibile, a pormi la questione spinosa da più lati, a recitare anche la parte di avvocato del diavolo.
Oggi tutto questo mi sembra lontano. C’è una differenza cruciale tra adesso e allora, ed è l’aver appreso a gustare il sapore della presenza. In presenza si è piccoli, insignificanti; e posso ancora sentire la voce del diavoletto, del sé inferiore, che comincia: “Non vedo l’utilità…”
È una parte della mia personalità che vuole esprimersi, sentirsi esistere. Ma è anche una parte che ho riconosciuto come irreale e dannosa per il mio scopo di essere presente alla mia vita. Per quanto mi riguarda, è la voce del sonno. Ho imparato a riconoscere questa forza che, mentre critica ‘acutamente’ un qualche difetto altrui, si gonfia di vanità come un pesce palla.
Ho imparato a non discutere col sé inferiore, poiché l’usare il centro intellettuale in quel modo mi inchioda nel secondo stato, mentre quello che desidero è il terzo. Sarebbe come essere pacifisti e prendere le armi per combattere un guerrafondaio: se anche lo eliminassimo, avrebbe vinto lui.
“Non ci curiam di lor, ma guarda e passa.”
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