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Dominio femminile

  • Immagine del redattore: Il Ricordo di Sé
    Il Ricordo di Sé
  • 31 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

Di recente, in seguito a un esercizio settimanale, è stato menzionato il dominio femminile, e siccome alcune persone, hanno di recente chiesto una spiegazione, oltre a indicare un post precedente sul soggetto (https://www.facebook.com/share/p/1Aw9NZTjVj/), aggiungo qui qualche considerazione.


Innanzitutto vorrei menzionare che la difficoltà di trovare materiale su di esso deriva dal fatto che non esiste nei libri del sistema, poiché il soggetto è stato coniato dalla nostra scuola, anche se Gurdjieff e Ouspensky ne parlano in vari punti in maniera indiretta, per esempio quando si parla di 'considerazione interiore', che è spesso correlata al dominio femminile.


Il concetto diventa forse più semplice se lo relazioniamo al concetto di educazione, o di morale, e il nome esprime un controllo meccanico su noi stessi, passato in primo luogo dalla madre, che è la prima a dire al bambino che alcune cose non si fanno, e altre devono essere fatte (non mettere le dita nella presa della corrente, non mangiare con le mani, dire grazie quando ti danno qualcosa...). Il dominio femminile tiene in piedi le relazioni di una comunità, quindi, in gran parte dei casi, nel lavoro non richiede un cambiamento del proprio comportamento. Nell'ottica di un percorso di osservazione di sé stessi è però utile rompere l'inerzia di questa legge potente che ci mantiene nella meccanicità e nel sonno, per osservarla - per esempio aspettare qualche secondo in più, al semaforo, prima di scattare al verde, oppure l'esercizio suggerito da Miriam su questa pagina, qualche settimana fa.


Consapevoli di questo meccanismo, facciamo le stesse cose, ma con presenza, o per un motivo diverso: per esempio posso scrivere questo post perché ho preso l'impegno, e quindi devo farlo, oppure con lo scopo di servire altri o la scuola; posso cedere il posto sull'autobus alla vecchietta appena salita in modo inconsapevole, solo perché è qualcosa che si deve fare secondo la morale del posto dove vivo, o posso aggiungere consapevolezza dello svolgersi delle leggi in quel momento, introdurre quindi la considerazione esterna come motivazione.


Il dominio femminile può essere osservato nell'ambito delle emozioni negative, nel modo in cui reagiamo agli eventi perché così abbiamo appreso per imitazione: se mi trovo alla guida e una persona mi taglia la strada, un'energia intensa e veloce mi obbliga a mandarlo a quel paese, oppure se qualcuno mi offende o mi urla contro, non posso fare a meno di diventare negativo a mia volta. Un certo grado di presenza in questi frangenti rivela le leggi nel momento, e invita alla compassione per chi abbiamo davanti, che è già di per sé l'inizio della trasformazione.


(Nell'immagine, diettaglio de La Negazione di Pietro - Rembrandt)


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