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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

due fotografie di Abraham Lincoln

(di Daniele Scapati)

Se si ha la fortuna e il destino di avere un maestro, soprattutto se si ha la possibilità di spendere tempo insieme a lui, gran parte dell'insegnamento viene dall’osservazione diretta del suo esempio, atteggiamento e modo di fare.

Nella tradizione indiana, addirittura si usa la ‘forma’ (le apparenze) del maestro per la meditazione.

In mancanza della sua presenza fisica, ritratti o fotografie, vengono usati per lo stesso scopo.

Molti sono gli esseri coscienti creati nella storia del nostro pianeta, ma in realtà poche le testimonianze delle loro fattezze fisiche.

Per quanto tante sono le immagini che dipingono Cristo, come dato di fatto, poco si sa’ sulle sue attuali sembianze. Stessa cosa vale per Budda, ecc.

Si e’ fortunati ad avere Rembrandt che ci ha lasciato così tanti autoritratti. Un essere cosciente che ha dipinto un essere cosciente: se’ stesso.

La bravura di Rembrandt era dovuta in particolare modo nel riuscire a carpire sulla tela la coscienza e la presenza dei centri superiori.

Poi, fine 19 esimo inizio 20 esimo secolo, grazie alla fotografia, si ha la possibilità di vedere le fattezze di altri esseri consci. Andersen e Lewis Carrol, molte sono le fotografie di Meher Baba e Rilke, parecchie anche di Whitman.

Altrettanto fortunati nell'avere una grande varietà di fotografie di Abraham Lincoln. Per quanto relativamente lineare nelle sue espressioni, in esse si puo’ cogliere vari colori di stati emotivi al momento della foto.

Ho scelto due sue foto in particolare, perche’, dal mio punto di vista, ritraggono bene i centri superiori.

La prima (che in realtà e’ l’ultima foto prima del suo assassinio) mostra la leggerezza del centro emozionale superiore in connessione con la sua essenza. La gioia data dalla presenza del centro emozionale superiore che influenza e permea il centro emozionale.

La seconda invece mostra più il centro intellettuale superiore. Un po’ come nel caso della sfinge in Egitto, il suo sguardo, per quanto diretto alla camera, sembri guardare al di là di essa, al di là dell’osservatore o attraverso esso, come guardasse in distanza.

Nel primo caso, la coscienza, per quanto non identificata, compartecipa alle emozioni delle funzioni e dell’assenza. Nel secondo la coscienza sembra completamente dislocata e separata dalle funzioni. Lo sguardo e’ completamente distaccato quasi alieno.

Come nel caso della tradizione indiana, energia conscia potrebbe essere estrapolata contemplando queste due foto.

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