Johann Wolfgang Von Goethe è un uomo conscio.
Non intendo elencarne vita e opere. Internet può fornire volumi e volumi di informazioni. Voglio però ricordare che, come Leonardo, è stato artista e scienziato. Ha scritto capolavori di poesia, romanzi e saggi scientifici.
Ha utilizzato un suo peculiare metodo di ‘immaginazione attiva’ (Che è completamente altra cosa rispetto all’immaginazione così come la conosciamo nella Quarta Via). Ha visualizzato la ‘Pianta Originaria’, ovvero l’essenza ultima della Pianta, senza che abbia gli attributi di questo o quel particolare vegetale. Si è domandato cosa sia un organismo vivente, al di là delle variazioni tra le specie. Ha realizzato degli studi fondamentali sulla natura della luce, creando una teoria dei colori - superiore a quella di Newton - che tiene conto della compenetrazione di luce ed ombra.
Era un collezionista scientifico. Fossili, minerali, rocce, piante, animali. Manufatti, specialmente dell’antica Grecia, il cui studio contribuì enormemente a rivitalizzare.
Nella foto, lo studio nella sua residenza a Weimar, con i cassetti pieni di esemplari che catalogava e poi passava il tempo a studiare e confrontare. Una stanza che volle priva di decorazioni, per concentrarsi meglio sulle impressioni degli esemplari che esaminava. Morirà a tre metri da quel tavolo, sulla poltrona - non visibile nella foto - dove era solito riposare.
Era presente a ciò che osservava.
Una delle poesie che può servire a mostrare la sua natura completamente scientifica e allo stesso tempo totalmente poetica è la sua poesia sulla pianta di Ginko Biloba, la sua favorita. La foglia di questa pianta si divide in due (Bi-loba) e questo porta Goethe a riflettere su cosa sia veramente l’unità del vivente.
La foglia di quest’albero, dall’oriente
affidato al mio giardino,
segreto senso fa assaporare
così come al sapiente piace fare.
E’ una sola cosa viva,
che in se stessa si è divisa?
O son due, che scelto hanno,
si conoscan come una?
In risposta a tal domanda,
trovai forse il giusto senso.
Non avverti nei miei canti
ch’io son uno e doppio insieme?
Vi offro inoltre una serie di sue frasi, invitandovi ad assaporarle lentamente una per una, notando come, tutte, siano così perfettamente in sintonia con tutto ciò che abbiamo affermato in queste pagine fin dal primo giorno.
Niente è più difficile da vedere con i propri occhi di quello che si ha sotto il naso.
Pensare è facile, agire è difficile, e mettere i propri pensieri in pratica è la cosa più difficile del mondo.
Nulla ci allontana dalla cosa desiderata quanto il pensiero di averla già.
Tutto è più semplice di quanto pensi e nello stesso tempo più complesso di quanto tu immagini.
All’attimo direi: Sei così bello, fermati!
La parola muore già sotto la penna.
Niente è più terribile dell’ignoranza in azione.
Non basta sapere, si deve anche applicare; non è abbastanza volere, si deve anche fare.
Come si può conoscere se stessi? Non mai attraverso la contemplazione bensì attraverso l’agire.
Cerco di osservare ciò che ho sempre sotto gli occhi: il giardino di casa, la mia strada. E tutto mi sorprende.
Se sai leggere devi capire; se sai scrivere devi sapere qualcosa; se sei in grado di credere devi comprendere; quel che desideri dovrai saperlo fare; se esigi non otterrai niente, e se hai esperienza devi renderti utile.
Siamo tutti così limitati che crediamo sempre di aver ragione.
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