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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

il linguaggio del centro emozionale

Come siete messi a dialetto napoletano? Di solito cito poesie di uomini consci, ma oggi vorrei offrirvene una semplice, in dialetto, di Eduardo de Filippo, perché contiene una bella intuizione sulla natura dei centri.

Già il titolo prefigura l’impossibilità di ‘dicere’ (comunicare con un linguaggio intellettuale) le cose del cuore. Il centro emozionale, scrive Eduardo, ‘è analfabeta’; cioè non parla il linguaggio verbale del centro intellettuale. E ‘noi’, cercando di seguirlo, ‘ci imbrogliamo’. In queste parole c’è il succo di molte decisioni sbagliate che ci affliggono: non saper interpretare quello che il centro emozionale ci dice, e non sapergli parlare. Ricordate l’immagine della carrozza, cavalli, cocchiere e padrone di Gurdjieff. Lui parlò delle redini. Il cocchiere deve saper comunicare con i cavalli. Le parti devono intendersi. Penso al nome dell’istituto creato da Gurdjieff: Istituto per lo sviluppo armonico dell’uomo. Dove tutte le parti vengono coltivate armoniosamente.

Su Facebook abbiamo a nostra disposizione parole. Non basta, l’abbiamo scritto tante volte. Anche qui, lo sapete, cerchiamo di offrire immagini, poesia e musica. Persino un uomo conscio è in qualche modo in difficoltà quando deve spiegare verbalmente l’esperienza dei centri superiori. Si tratta di una traduzione, dove inevitabilmente qualcosa andrà perduto. I più grandi poeti possono solo accennare, perché non esistono parole che possano spiegare la presenza; il centro intellettuale è semplicemente inadeguato.

Ogni centro parla il suo linguaggio specifico, ha la sua velocità, percepisce la sua gamma di fenomeni, vive nel suo mondo. Costringere nella stretta del centro intellettuale le percezioni emozionali (ma anche quelle motorie, o istintive, e ancor più le delicate e fini percezioni dei centri superiori) significa annullarle, distruggerle. L’essenza capisce questo meglio della personalità. I centri superiori comprendono questo pienamente.

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Si t''o sapesse dicere...

Ah! Si putesse dicere, chello ca 'o core dice, quanta sarria felice, si t''o sapesse dì!

E si putisse sentere, chello ca 'o core sente, dicisse: "Eternamente voglio resta cu te!"

Ma, 'o core sape scrivere...? 'O core è analfabeta, è comme a 'nu poeta ca nun sape cantà,

se 'mbroglia, sposta 'e virgule, 'nu punto ammirativo... mette 'nu congiuntivo addò nun c'adda sta

e tu ca ' staje a sentere, te 'mbruoglie appriesso a isso, comme succede spisso e addio felicità...

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