(di Giacomo Bardazzi)
Recentemente sto usando più spesso un io di lavoro che mi ricorda di finire le ottave.
La mia vita è piena di ottave non finite, di cui è difficile persino rendermi conto. Ogni ottava non finita è un fardello che si va ad accumulare ad altre ottave non finite. Alla fine il prezzo si paga aumentato, come una multa pagata in ritardo.
In questi giorni la mattina presto, quando l'energia è più fresca, giro per la casa alla ricerca di SI-DO con lo scopo di completarne almeno due: la ragnatela in quell'angolo del soffitto, i panni lavati e non stirati che si sono accumulati nella stanzetta che tanto lì non ci passa nessuno, la lampadina del lampadario fulminata da almeno una settimana, la pianta che ha bisogno d'acqua, la polvere accumulata sugli oggetti di quegli scaffali, l'armadio - oddio l'armadio...
Nelle ottave emozionali il SI-DO si manifesta sovente come ciò che sta in mezzo tra il dire e il fare, qualcosa che mi ripropongo ma che non porto a compimento: un conto in sospeso con quella persona, la risposta che dovevo dare e ho sempre rimandato, una chiamata che mi ero proposto di fare ma proprio non mi va. Osservo che un comportamento tipico della mia macchina è di avere buoni propositi che però si esauriscono con il solo pensiero, per esempio un bel regalo che mi piacerebbe fare a quella persona o un atto di considerazione esterna - situazioni in cui il centro emozionale è la prima forza e il centro istintivo va a costituire la seconda. La terza forza si trova dove il SI-DO si trasforma nel 'sì, do!'
Come sempre il punto non è essere perfetti, quanto usare questo intervallo con lo scopo di ricordare se stessi; completare con presenza le ottave accumulate purifica il centro emozionale generando nuova energia da reinvestire nel lavoro.
Nel momento, il SI-DO è ciò che sta tra l'io di lavoro che uso per essere presente, e la presenza stessa. Come dire: il sistema è il MI FA; la presenza è il SI-DO.
Più in generale, nell'ottava del ricordo di sé, il SI-DO è la trasformazione delle emozioni negative in presenza.
"Costantia: Non chi comincia, ma quel che persevera".
Leonardo da Vinci
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