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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

Il rumore degli io

Aggiornamento: 29 ott 2023

Uno dei piaceri del vivere su una montagna è la facilità di andarsene per un sentiero e trovarsi nel silenzio e nella leggerezza del mondo della natura, il Mondo 24, nella struttura del Raggio di Creazione.

Questa domenica tuttavia non mi sono ricordato che, nel fine settimana, le strade vengono prese d'assalto da motociclisti che trasformano i tornanti della provinciale in un circuito rombante di sgassate, elicotteri che fanno volare i turisti più esigenti, squadriglie di Quad che penetrano anche nei sentieri più nascosti...

Il silenzio che immaginavo è così cancellato, e la passeggiata in contemplazione della foresta, boicottata.

Una delle emozioni negative più difficili da cui liberarsi è il volere che il momento sia diverso da ciò che è. Lo so, eppure sono intrappolato negli io che continuano a trovare buoni motivi per giudicare un evidente inquinamento acustico.

La prima cosa che faccio quando mi trovo in questa situazione interiore, è provare a portare atteggiamenti utili, uno dei quali è che il momento non può essere diverso da ciò che è, sono io che posso esserlo. Il presente offre il problema e la soluzione, la seconda e la terza forza.

Al passaggio dell'ennesima motocicletta lungo il sentiero, la coppia alla guida mi sorride con gioia. Sento che questo piccolo gesto apre il centro emozionale, ed esso apre la porta ad altri punti di vista che mi portano fuori dall'ingombrante senso di 'me stesso'. Qui sta il valore della parte intellettuale del centro emozionale, il re di cuori, la sola che può farci andare oltre noi stessi.

Penso a quella coppia, alla loro gioia, non solo la mia.

La considerazione che in realtà sono più piccolo nel quadro generale, mi porta al pensiero che ciò che per me è rumore, per esseri o forme di vita che hanno una capacità di ricezione di decibel differente può non esserlo, o addirittura può essere la nota di una melodia, come per noi il soffio del vento tra i rami degli alberi, o il cinguettio degli uccelli.

La stessa cosa vale per le situazioni della mia giornata, anche le più spiacevoli. Oppure eventi storici di più grande portata, grandi ingiustizie.

A livello interiore è uguale: gli io, presi da soli, possono sembrare dissonanti, ma visti su una scala più grande, a distanza di tempo magari, o con uno stato differente, si può intravedere una loro ragione, o necessità.

Queste considerazioni mi invitano a uno stato di presenza, in cui il rumore dei motori e le voci delle persone si uniscono ai suoni della natura, e al suo silenzio. Comincio a vedere i dettagli e le geometrie di una foglia, le forme di occhi e nasi sui tronchi degli alberi.

Il presente, nei suo termini, è sempre la migliore opportunità.

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