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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

Il tono della voce

Quando sono andato in India e ho partecipato a numerosi eventi con un grande numero di studenti della mia scuola, c’era costantemente traduzione; talvolta, in più lingue, come il Gujarati e l’Hindi.

Durante una cena uno degli studenti mi guardò sorridendo e disse: “Che interessante fenomeno! Non ho mai visto nessuno che, come te, ascolta e guarda attentamente ogni singolo dialogo nella nostra lingua. Di solito i visitatori durante la traduzione si rilassano, prendono fiato. Tu continui a seguire, parola per parola, come se capissi.”

Io rimasi stupito invece di essere un’eccezione, poiché quelle interazioni in una lingua sconosciuta erano per me interessantissime. Il contenuto verbale lo conoscevo - era la traduzione di ciò che avevo appena detto, era casomai la cosa che mi interessava di meno. Ma gli sguardi (chi sta guardando, a tavola, colui che parla? Chi considera importante? E lo sta guardando con rispetto, con deferenza, con indifferenza, con vanità, con amore)? Le espressioni, la mimica facciale esotica e così espressiva, erano a un tempo incantevoli e istruttivi. Il tono della voce, soprattutto. Quello, in qualsiasi lingua, rivela da che parte uno sta parlando. Quale dei centri, quale dei livelli di attenzione, quale sforzo per essere presente o assenza di sforzo, quale, eventualmente, presenza dell’anima, dei centri superiori.

È un invito che faccio a tutti: provate per qualche tempo a lasciar perdere le parole, che possono sempre mentire (Soprattutto nel senso che la quarta via dà al termine mentire; ovvero parlare di ciò che non si conosce). E ascoltate il tono della voce. Può essere ascoltato anche nella parola scritta. In un libro, in un messaggio whatsapp. C’è un timbro di voce, un ritmo, un respiro, un seguire una certa energia. Quale? Da dove viene?

Basterebbe questo a tagliar fuori tanta comunicazione che si dice esoterica ed è solo immaginazione patologica.

Da Ouspensky:

D. A proposito delle diverse voci, noto che la mia voce cambia con emozioni diverse e con persone diverse.

R. Chi ha orecchie per udire può udire parecchi cambiamenti di voce. Ogni centro, ogni parte del centro, ogni parte di una parte del centro ha una voce diversa. Ma sono pochi quelli che hanno orecchie per udir­le. Per quelli che le possono udire è facile distinguere parecchie cose. Per esempio, se dite la verità, è una voce, se mentite è un’altra voce, se basate le cose sull’immaginazione, ancora un’altra. Non ci può essere as­solutamente errore.

D. Vi riferite all’intonazione?

R. Sì, e anche al suono reale della voce. Se vi allenate nell’ascoltare, il centro emozionale può avvertire la differenza.

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