Uno studente (o, per dirlo in un altro modo, un uomo numero quattro), è un individuo che usa tutto a proprio vantaggio - a vantaggio della presenza.
È ironico che proprio mentre scrivo questo, rientrato in Italia e fresco di una dormita dopo un viaggio di 30 ore, scopro che per qualche motivo ogni volta che appoggio i polsi al mio laptop appena tirato fuori dallo zaino per scrivere, ricevo una scossa elettrica… come usare questo per il risveglio?
Non esistono ricette facili per descrivere un percorso che porti efficacemente a risvegliarsi. Anche leggendo la nostra pagina, se si è da soli si fraintenderà, e soprattutto si rimarrà ‘fissati’ su qualche concetto, qualche soluzione che casomai si è rivelata efficace. Proprio questo attaccamento a un’idea, a una pratica che ha funzionato, rischia di diventare un’ingombrante zavorra che impedirà ulteriori progressi.
Per risvegliarsi è necessaria una estrema fluidità. Quello che penso ora, deve cambiare, ogni attaccamento mi imprigionerà.
Nella vita di un individuo numero quattro tutto ruota attorno al tentativo di svegliarsi. Le situazioni sono viste come più favorevoli o sfavorevoli alla presenza; scelte sono fatte secondo questo criterio.
Si formano ‘buone abitudini’ che ci collochino in una zona prossima allo stato di presenza, laddove è più probabile che l’Angelo possa scendere a sussurrarci la sua canzone all’orecchio. Eppure, è proprio quando queste buone abitudini si spezzano - vuoi per una crisi, uno scoppio di rabbia, una situazione particolarmente difficile, o semplicemente trovarsi in un posto dove non sappiamo trovare gli oggetti, non parliamo la lingua, non conosciamo nessuno, non abbiamo una ricetta, un’istruzione che ci dica come agire - che sorge la vera opportunità. “Adesso sì, c’è spettacolo.”
Vengo da un periodo umiliante, dove sembra che tutti questi anni passati a lottare contro il sonno non abbiano portato a granché. Tutto è difficile come il primo giorno. Eppure, proprio questo è un segno che c’è vero lavoro. Non si tratta di formare abitudini virtuose - questo è un passaggio accessorio e temporaneo - e nemmeno di comprendere intellettualmente - il centro intellettuale sarà sempre impegnato nell’aggiornamento della propria descrizione della realtà seguendo esperienze e intuizioni di altre parti di noi.
Si tratta di vivere. Sperimentare la vita nel modo più intenso possibile. Discipline ed esercizi non devono portarci in un luogo protetto dalla vita e dalle sue asprezze: questo è un sonno ancora più profondo, una sorta di senilità spirituale. Devono aprire il recinto e spingerci in un luogo inaspettato e pieno di colpi di scena, dove la macchina non sa che fare e non può che inginocchiarsi e arrendersi, permettendo così all’Angelo di volare in soccorso.
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