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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

L'origine del 'Sistema'

Ricavo da molte interazioni con persone che mi scrivono, un curioso assunto: che Gurdjieff sia all’origine del cosiddetto ‘sistema’ di quarta via. Che ne sia l’inventore: che idee come la legge del tre, oppure il concetto di essenza e personalità, (o qualsiasi altra idea che si può trovare nei suoi scritti o in quel meraviglioso libro che ne racconta limpidamente l’insegnamento, Frammenti di un insegnamento sconosciuto), si debbano a lui.

Ma questo è impossibile. Se la quarta via fosse un’invenzione di Gurdjieff (o di qualunque altro individuo), non sarebbe un insegnamento autentico, ma una fantasia soggettiva.

Non ho prove tangibili nel senso classico del termine, ma sono invece persuaso che Gurdjieff fosse un uomo di scuola. Che fosse stato incaricato di portare una certa conoscenza nel mondo occidentale, dove si era perduta da tempo. Che fosse, come ho detto tante volte, un anello di una lunga catena. Lui stesso racconta nei suoi scritti - in maniera più simbolica che letterale - di aver ricevuto ogni idea da persone di scuola, provenienti da tradizioni diverse. Cristiana, Lamaista, Buddhista, Egizia, ma soprattutto Islamica, attraverso l’insegnamento Sufi.

Le idee oggettive non si inventano, si ricevono - si raggiunge la possibilità di accedervi innalzando il proprio livello di essere. Se più persone innalzano il proprio livello di essere a sufficienza, si troveranno in una zona in cui la verità oggettiva, e un sapere comune, saranno accessibili. La verità non è patrimonio di un inventore umano, ma è raggiungibile in un determinato stato o livello. Se un'idea è vera, è vera ed è la stessa per chiunque riesca ad accedervi. Se è soggettiva e individuale, non può essere vera.

Se d'altra parte si riceve un’informazione di scuola senza che il proprio livello di essere si innalzi in maniera corrispondente, l’informazione rimarrà come un guscio vuoto, una cosa morta, e ben presto si trasformerà nel suo contrario, in una parodia dell’idea originaria, creando danno invece che beneficio.

Per questo Ouspensky iniziava le sue conferenze affermando: queste idee non sono mie, e in questo sta il loro valore. Per questo in molte tradizioni si mantiene l’anonimato: per significare che le idee trasmesse sono oggettive e non appartengono alla persona che in quel momento sta dando loro voce con la parola, con la musica, con immagini o simboli. È la stessa avvertenza che appare nella prefazione del mio libro Questione di Presenza, e che ci accertiamo di comunicare come premessa alle nostre conferenze.

Qualcuno però, si dirà, deve pur averle inventate queste idee.

Ouspensky si riferì alla loro sorgente come a “una mente superiore”, senza aggiungere molto altro.

Dopo essere stato studente di una scuola per alcuni decenni, posso dire di riconoscere con certezza il medesimo lavoro che sto cercando di fare in un’infinità di fonti. Nel Vecchio e Nuovo Testamento, in scrittori cristiani come Sant’Agostino, in filosofi come Epitteto o Marco Aurelio, in letterati come Shakespeare o Lewis Carroll, in mistici come Meher Baba o il cosiddetto “Anonimous English Monk”, in poeti come Omero, Hafez, Whitman o Rilke, in tradizioni lontane tra loro come il Buddhismo e i padri ortodossi della Filokalia, l’Induismo o il Taoismo, nelle cattedrali romaniche e nei templi dell’estremo oriente, in una statua greca e in un dipinto fiammingo o rinascimentale. Il mio maestro dice che occorre un cigno per riconoscere un altro cigno, che basta essere in uno stato di presenza per percepire un’opera che proviene dal mondo 6 o dal mondo 12. Anche quando proviene da un modo diverso e lontano come il dipinto rupestre nell’immagine, vecchio di trentamila anni.

La descrizione del mondo di molte culture antiche popolate di divinità è più realistica e precisa di quella contemporanea.

“Tutti gli uomini hanno bisogno degli dei, l’uomo è nulla senza gli dei.”

Omero

“Non dimentichiamo mai dove termina l’uomo e dove comincia il Dio.”

Euripide

Ogni generazione dell’umanità ha visto un piccolo gruppo di persone portare la torcia della consapevolezza. Il fuoco di questa torcia, racconta un mito greco, fu rubato agli dei. Questo stato si riceve, come riportano i poeti antichi come Omero, che si rappresentavano posseduti da una Dea, o Ezechiele, che all'inizio del suo libro dice che "I cieli si aprirono ed ebbi visioni divine."

Quello che possediamo lo abbiamo ricevuto da una scuola superiore, ciò che viene chiamato Influenza C. Da scuola, a scuola - anche per questo si mette in guardia riguardo al tentativo di educarsi da sé: non solo la nostra parte meccanica tenterà in tutti i modi di salvaguardare se stessa, trovando infiniti modi per illudersi di cambiare senza effettivamente cambiare; ma, soprattutto, è necessaria una guida conscia, senza la quale mancano le chiavi per aprire le porte, le mappe per attraversare il deserto.

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