Conoscete i Monty Python? Un brillante gruppo di comici inglesi.
Nel loro film ‘Meaning of life’ c’è una scena in cui il consiglio di amministrazione di una grande azienda è riunito e discute i punti all’ordine del giorno. Sono soltanto due:
1) la gente non indossa abbastanza cappelli.
2) Alcune parti dell’insieme di materia e energia dell’universo hanno una sorgente spirituale che può dirsi anima. L’anima non esiste in un individuo alla nascita, come ritenuto da diverse religioni, ma deve essere creata con l’aiuto di guide appropriate.
Tutti sembrano profondamente colpiti, si crea un momento di silenzio, finché arriva la prima domanda: “Com’è questa storia dei cappelli?”
(Per chi volesse godersi la scenetta, copio il link di youtube qui in fondo).
La caratteristica di vagabondo è così: mette tutte le informazioni sullo stesso piano. Non ha il senso di maggiore o minor valore, di maggiore o minore importanza. Può essere abituata, ad esempio, a deridere tutto; sarà pertanto molto abile a scoprire le ridicole debolezze e assurdità negli altri, le loro ipocrisie, le contraddizioni nel loro pensare. Potrà inventare battute fulminanti e intelligenti. Ma, una volta di fronte al sacro, farà lo stesso (una caratteristica, lo ricordo, genera comportamenti che non possiamo fare a meno di avere). Una volta di fronte al ‘senso della vita’ (questo è il titolo del film, tradotto), lo metterà sullo stesso piano dei cappelli.
Il vagabondo vaga, erra. Fisicamente e mentalmente. Soffre la disciplina. È abile a vedere le altre caratteristiche e a percepirne l’assurdità e il ridicolo, ma cieco alla propria.
La nostra era è afflitta dal vagabondo. La società in cui viviamo è immersa in questa caratteristica, che diventa così molto incoraggiata, e invisibile. Vi invito a pensare cosa implica per noi vivere immersi in un ambiente culturale che non valuta nulla, mette tutte le cose sullo stesso piano, genera indifferenza.
https://www.youtube.com/watch?v=O2QJvc_SxFQ
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