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La magia del quotidiano

  • Immagine del redattore: Il Ricordo di Sé
    Il Ricordo di Sé
  • 22 ott
  • Tempo di lettura: 2 min
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Dopo qualche anno nella Scuola, ho imparato che “ciò che guadagna uno lo guadagnano tutti”, come dice il nostro Maestro.


Come sempre, questa profonda verità va sperimentata e verificata personalmente. E in effetti ho notato che quando passo del tempo con altri studenti, in presenza oppure online, quando parlo al telefono con un’amica della Scuola, o anche semplicemente quando ricevo una mail da uno studente, avverto che il mio Stato cambia, la qualità degli idrogeni in circolazione muta in pochi attimi, come è possibile constatare soffermandosi a osservare i vorticosi e incessanti io che si presentano alla macchina.


Così, lo scorso venerdì, a seguito della lettura del post di Sergio e del quotidiano messaggio del nostro maestro, l’ordinaria azione del prepararsi a uscire da casa per andare a lavorare ha assunto tutto un altro sapore.


Era questo mondo che i miei occhi guardavano, ma contemporaneamente era un altro mondo che traspariva sottilmente e si manifestava: sotto il velo della quotidianità, la magia diffusa di ciò che semplicemente è.


Ho finalmente compreso i lunghi elenchi delle poesie di Walt Whitman, che anni prima dell’incontro con la Scuola mi avevano sempre affascinato.


il corpo nudo di mio figlio che gioisce sul fasciatoio

il tiepido sole del mattino di ottobre

la bruma sfumata sui campi di fronte alle case

la musica della radio

la piramide di ferro e vetro che un albergatore ha posto in cima al tetto per evocare un diamante

il tronco nero degli alberi che si staglia contro lo sfondo chiaro del cielo

le fronde sottili che ricamano l’orizzonte

e tutto mi ricorda di essere viva

Tutto mi ricorda che io sono.


Quando ci risvegliamo, anche solo per un attimo, è come se il mondo intero si risvegliasse e prendesse vita con noi, come nelle favole.


Vado al lavoro con lo scopo di mantenere questo Stato, di non dimenticare, anche quando la negatività mi spinge nell’arido deserto della falsa personalità.


Se all’inizio, durante i primi mesi nella Scuola, lo sforzo era rivolto soprattutto al riconoscimento dello Stato (sarà Presenza? cosa significa essere presenti? riuscirò ad accorgermi di quel momento o rapido scivolerà via?), adesso lo scopo include anche lo sforzo di mantenere e approfondire quello Stato.


Trovare la Luce che senza sosta avvolge tutte le cose; continuare a vederla quando gli io mi si rivoltano contro, e darle spazio quando tutto il resto vuole prendere spazio.


“It all exists for us to make being”

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