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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

La visione dei centri superiori

Come sa chi conosce la teoria della quarta via, un essere umano è dotato di sette centri o cervelli indipendenti - divisi in due grandi categorie: centri inferiori e centri superiori.

Ogni centro è in grado di percepire, per così dire, una lunghezza d’onda della realtà; un aspetto diverso.

I centri inferiori sono:

- Istintivo

- Motorio

-Intellettuale

-Emozionale

-Sessuale

Questo insieme è chiamato talvolta ‘la macchina’, oppure, ‘il sé inferiore’.

I centri superiori, come descritti nella quarta via, sono:

-Centro emozionale superiore (anche chiamato Mondo 12)

-Centro intellettuale superiore (mondo 6).

Questi ultimi centri possono anche essere chiamati l’anima, il Testimone, il Sé, la Facoltà Sovrana, e in diverse tradizioni hanno ottenuto altri nomi ancora.

Ogni momento di vera Presenza ci porta nei centri superiori, laddove si colloca la nostra vera identità.

Quando collochiamo la nostra identità in qualsiasi cosa che non siano i centri superiori, siamo in stato di identificazione.

Quando siamo distratti da questa vera identità, siamo nello stato chiamato Immaginazione. (In realtà, proprio ieri mi è stato ricordato che la macchina è sempre in immaginazione e non può che essere in immaginazione. A questo stato se ne può però sovrapporre un altro, dove il mio senso di identità, il senso di io sono, si trova nella parte superiore, che continua a coesistere con una macchina addormentata).

I centri superiori coesistono con quelli inferiori e si sovrappongono ad essi. Sé superiore e inferiore vivono ciascuno la sua vita senza veramente interferire l’uno con l’altro. Mettere ordine nei centri inferiori, tuttavia, può essere di qualche aiuto nel fare, diciamo, silenzio, e poter quindi sentire meglio la voce del Sé.

Sé superiore e inferiore sono come due creature simultaneamente attive in noi. Essere presente significa ricordarsi che io sono i miei centri superiori. Per potersi ricordare che siamo i nostri centri superiori (Non teoricamente, ma sentendone per così dire il sapore e abitandoli), bisogna che in precedenza abbia sperimentato la differenza tra queste due parti e che ora sia in grado di riconoscere lo stato di Presenza.

(Benché la presenza abbia molti gradi , che partono da un livello ancora meccanico, ancorato ai centri inferiori, la vera Presenza, detta anche Presenza divina, non ha nulla a che fare col lavorio della macchina).

La visione dei centri superiori è più diretta di quella dei centri inferiori.

È più semplice.

L’anima non sceglie, non preferisce. Registra e accetta tutto.

Non ha fretta. (Ma è più veloce).

Non ha parti negative. Non procede per distinzioni, ma per unione.

È accessibile.

Si rallegra di esistere, è bastante a se stessa. È in unione con la realtà. È la realtà.

È fluida, adattabile e dinamica. Osserva con meraviglia e interesse. Distaccata ma estremamente partecipe.

Non necessita di un comportamento virtuoso della macchina; di una calma esteriore; di circostanze favorevoli. Non necessita di alcuna condizione esterna.

Non è soggetta a limitazioni di tempo e di luogo. Chi è presente è connesso a chi è presente, che si trovi all’altro capo del pianeta, o che sia vissuto millenni fa.

Non decade col tempo, non si interrompe, non muore, è eterna. Se la perdiamo, è solo perché il nostro senso di ‘io’ si è distaccato da essa, e ha finito per impegolarsi con qualche elemento inferiore. Se non la conosciamo, è perché il nostro senso di ‘io’ è stato sempre impegolato con questo o quell’aspetto inferiore.

Non la si apprende teoricamente, ma con la vicinanza di chi ne ha accesso, e con ripetute esperienze.

Non è possibile alcuna vera comprensione al di fuori di questo stato. Qualsiasi ragionamento che avviene nel sonno, o è inutile, o ci allontana dalla realtà.

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