Secondo la Quarta Via, ogni azione nell’universo richiede la presenza di tre forze. La legge del Tre, come Gurdjieff la chiamò, permea ogni evento, piccolo o grande, fisico o psicologico, dalla creazione dell’universo fino al cane che morde il postino. La Prima Forza può essere descritta come l’impulso iniziale a compiere qualcosa: Affermazione. La seconda forza si manifesta come Resistenza alla prima. Per questo motivo è anche chiamata Forza Contraria. Potremmo pensare che la vita sarebbe più semplice senza resistenza, ma di fatto la forza contraria è necessaria. La Terza Forza, anche chiamata Neutralizzante, si mescola alle prime due e crea le condizioni per un risultato. Tutte e tre le forze sono egualmente necessarie. Se una manca, l’azione non si risolve e non c’è esito. Gurdjieff chiamò le tre forze: Santa Affermazione, Santa Negazione, Santa Riconciliazione.
Qualche semplice esempio per illustrare come le tre forze lavorano. Vorrei andare a una festa dove si trovano i miei amici (prima forza, affermazione). Ma è una lunga camminata, e piove (forza contraria). Un’amica mi chiama dicendo che potrebbe darmi un passaggio (forza neutralizzante). Decido di andare. Il mio capo mi telefona dicendo che dovrò lavorare domenica prossima. La sua richiesta incontra la mia riluttanza a lavorare nei fine settimana. La mia ragazza, che siede accanto a me durante la telefonata, dice che se sarò al lavoro anche domenica mi lascerà. Rispondo di no. Da questo esempio comprendiamo anche che ogni volta che la prima forza entra in gioco, evoca una forza contraria come reazione. Se vago per le strade di una città senza scopo, tutte le strade sono buone. Ogni piccolo avvenimento che mi fa fermare, neutrale. Ma se devo essere in un posto specifico a una data ora - se ho un appuntamento - improvvisamente si creano ostacoli. Potrei essere diretto nella direzione sbagliata. Il delizioso caffè e la piacevole conversazione col cameriere improvvisamente mi stanno facendo fare tardi. È diventata una forza contraria.
Prendetevi qualche momento per guardare questa icona russa. Il tema è: l’ospitalità di Abramo. Dall’antico testamento. Abramo e la moglie Sara accolgono tre viandanti, che sono nientedimeno che la Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Notate dei dettagli interessanti?
Nelle nostre condizioni ordinarie siamo in grado di vedere soltanto la prima e la seconda forza. La terza forza è tipicamente invisibile a uno sguardo ordinario. Il vederla necessita uno speciale tipo di attenzione. Per esempio: Sono preoccupato per la mia figlia adolescente. Penso che lei si fidi troppo di chiunque e temo che questo possa procurarle guai. Decido quindi di farle un discorsetto sull’amicizia e sulla fiducia (prima forza). Ma il discorso immediatamente la infastidisce (seconda forza) e lei mi accusa di non darle abbastanza fiducia.
Decido quindi per un approccio diverso. Invece di farle la predica, attendo. Fino a che, un giorno, uno dei suoi amici fa qualcosa che la ferisce emozionalmente (prima forza), e lei è irritata e confusa (seconda forza). A questo punto sarà più ricettiva rispetto al mio discorso, che giungerà questa volta a toccare una sua esperienza diretta. Ora può comprendere ciò che ho da dirle. Stavolta agisco come terza forza, non prima. Riconoscere la terza forza e saperla usare richiede un’abilità speciale.
Quando vogliamo essere più presenti, la nostra mente agisce da prima forza, affermando lo scopo. Il corpo, con le sue distrazioni e pigrizia, fornisce la forza contraria.
Questo tipo di ostacolo è facilmente trascurato. Si parla della bellezza del presente, dell’intensa gioia della consapevolezza; ma dobbiamo mettere in conto che una parte di noi si ribellerà, troverà scuse. Sono stanco, non ho tempo, non è il momento giusto, voglio qualcosa di diverso.
Ancora un esempio, in una scala piccola. Voglio essere presente, per un minuto, adesso.
Questa affermazione è la prima forza. Il vortice dei molti pensieri che affollano costantemente la mia mente fornisce la forza contraria. Se voglio essere presente ora, devo procurarmi una terza forza, altrimenti le prime due collideranno annullandosi reciprocamente.
Posso scegliere tra diversi pensieri o atteggiamenti che mi aiuteranno nel mio scopo. Potrei ricordare quanto piatta e insignificante è la mia vita quando non sono presente. Posso predisporre un semplice esercizio che funzioni come promemoria, come concentrarmi sul mio respiro, o provare a essere consapevole dei rumori attorno a me. La bellezza, specialmente, è un’ottima terza forza. Guardare una bella impressione, come un fiore o un’opera d’arte, mentre affermo il mio scopo di essere presente, mi aiuterà a non essere troppo assorbito dai miei pensieri e fornirà qualcosa di esterno a cui concentrarsi. Uno strumento per l’attenzione. Non sono più assorto in me stesso, ossessionato dalle mie preoccupazioni abituali, sono presente.
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