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Le tre linee di lavoro

  • Immagine del redattore: Il Ricordo di Sé
    Il Ricordo di Sé
  • 19 apr
  • Tempo di lettura: 3 min

Visto il periodico arrivo di nuovi partecipanti alla pagina, alcuni dei quali sono nuovi alla quarta via, ci sono alcuni soggetti che necessitano di essere riproposti di tanto in tanto, rappresentando le fondamenta del sistema.


'Le tre linee di lavoro' è uno di questi, considerando anche che una domanda o difficoltà ricorrente che viene fuori in questo gruppo, o negli incontri che offriamo mensilmente, si esprime più o meno così: "Pur avendo il desiderio di lavorare su di me, non riesco a ricordarmi", "Quali sono metodi che mi aiutano a rendere più pratico il lavoro?"


L'illusione di unità ci fa dimenticare che solo una parte di noi ha il desiderio di risvegliarsi. Insieme a questa ci sono altre parti che semplicemente vogliono altre cose, e una di queste si oppone con tutta se stessa a fare sforzi nella direzione di un'evoluzione spirituale.

A questo si unisce il fatto che ogni processo arriva a intervalli, secondo la legge del sette, e da soli è difficile darsi degli shock che ci aiutino a procedere nella stessa direzione.

Questo è nell'ordine delle cose, risvegliarsi è una cosa estremamente rara, un evento cosmico, e cosi dev'essere: la vita serve il raggio di creazione anche nel suo aspetto inconscio.


Per questo ricordiamo spesso che lavorare da soli non dà molte speranze di procedere nella giusta direzione, perché non riusciamo a darci la pressione necessaria per comprendere la situazione in cui siamo, e le nostre possibilità.


Gurdjieff ci andava giù pesante, diceva che solo il rendersi conto dell'orrore della situazione permette all'uomo di muoversi dal posto dove si trova.

Certo è che un aspetto della consapevolezza è il riconoscere che si ha sempre bisogno di aiuto.


Un aspetto che definisce una scuola della quarta via sono le tre linee di lavoro. Ouspensky ne parla così:

"Il lavoro scuola si basa su tre linee di lavoro, un dispositivo speciale per proteggere la giusta direzione del lavoro e far sì che abbia successo.


La prima linea è lavoro su noi stessi: studio di sé, studio del sistema e cercare di cambiare almeno le manifestazioni più meccaniche. Questa è la linea più importante.

La seconda linea è lavoro con altri. Uno non può lavorare da solo; un certo attrito, scomodità e difficoltà di lavorare con altri, creano i necessari shock.

La terza linea è lavoro per la scuola, per l’organizzazione. Questa ultima linea assume aspetti diversi in persone diverse.


Il principio delle tre linee è che le tre ottave devono procedere simultaneamente e parallelamente una all’altra, ma non cominciano tutte al tempo stesso e quindi, quando una linea giunge a un intervallo, un’altra linea arriva per aiutare a superarlo, poiché i posti di questi intervalli non coincidono. Se un uomo è egualmente attivo in tutte e tre le linee, ciò gli evita parecchi avvenimenti accidentali."


Gurdjieff le menzionò in maniera più semplice:

"Uno può essere utile a se stesso; uno può essere utile agli altri; uno può essere utile a me. Se uno è utile soltanto a sé stesso e non può essere utile a me o agli altri, ciò non durerà a lungo".


Gurdjieff qui ci suggerisce la necessità in un processo di risveglio di uscire da noi stessi, il realizzare che esso non è per 'me', ma è libertà da 'me', e quindi si esprime in una capacità sempre maggiore di servire - gli altri, la scuola e il maestro, se ci sono, e le forze superiori.


Dal mio maestro:

"L'essenza del ricordo di sé è il dimenticarsi di sé".

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