Meher Baba è uno dei più recenti uomini consci che l’umanità ha conosciuto - è morto nel 1969.
È nato a Pune, in India. La sua essenza orientale lo rende piuttosto diverso da altri esseri consci che abbiamo presentato in precedenza.
Meher Baba dichiarò di essere Dio in forma umana. Per molti anni si occupò di allievi presi dagli ambienti più diversi. Molti erano ‘Mast’, pazzi - persone che vivevano come barboni, squilibrati mentalmente, non in grado di prendersi cura di se stessi. Li accudiva, li radeva e lavava personalmente, e li teneva vicino a sé come allievi. Senza spiegare nulla verbalmente, trasmettendo soltanto la sua presenza con il contatto fisico.
Dichiarò che una persona può essere illuminata e contemporaneamente funzionare nel mondo inferiore delle cose pratiche, e questo va bene. Oppure può essere illuminata e risultare pazza nel mondo inferiore delle cose pratiche; e anche questo va bene. Come si può capire, questo essere conscio non appartiene propriamente alla tradizione della quarta via, che richiede invece di ‘funzionare’ anche a livello pratico.
Per 44 anni, e fino alla morte, Meher Baba non parlò. Per comunicare usava una tavoletta ‘Ouija’ (ossia contenente tutte le lettere dell’alfabeto, usata nelle sedute spiritiche). Scorrendo velocemente col dito sulle lettere, dettava libri e rispondeva a domande. Ruppe il silenzio soltanto la sera prima di morire, quando disse a un allievo che gli stava vicino: “Ricorda che io non sono il mio corpo.” L’allievo si rallegrò, pensando: ‘Bene, ha ricominciato a parlare!
La sua dottrina può essere riassunta dicendo che ogni creatura dell’universo, da una roccia a Dio, è Dio. La roccia è Dio che si crede roccia; l’uomo è Dio che si crede uomo; Dio è Dio che si sa Dio. Ogni creatura che non sa di essere Dio è prigioniera di gradi di illusione.
Una volta (non lo conoscevo ancora, se non per sentito dire), mi capitò in mano un suo libro. Non avevo tempo di leggerlo, sarei stato in quella casa per pochi minuti, quindi decisi che avrei letto una pagina a caso, per capire che genere di uomo era. Trovai questa storia:
Meher Baba chiese insistentemente a uno dei suoi studenti di intraprendere un lungo e scomodo viaggio per portare un messaggio a un certo uomo (che non conosceva). “Dio vuole farti un regalo.” Invano lo studente cercò di chiedere perché doveva andare, perché proprio quell’uomo, che cosa avrebbe dovuto rispondere se l’uomo avesse chiesto spiegazioni. Meher Baba, con una certa durezza, gli comandò di andare e basta.
Il viaggio fu scomodo e lungo. Quando arrivò alla casa, c’era solo sua moglie. La moglie disse che, contrariamente alle sue abitudini, l’uomo era sparito e non lo vedeva da ieri. Lo studente, incerto, disse che il messaggio era personale e non poteva lasciarlo a lei. Così tornò dal maestro - abbastanza sollevato per aver evitato l’imbarazzante incontro.
Al ritorno Meher Baba gli disse: “Torna da quell’uomo, subito, e lasciagli il messaggio.” “Ma non c’è”. “Torna e lo troverai.”
Rifece il lungo viaggio e stavolta effettivamente trovò l’uomo in casa.
Quando, un po’ imbarazzato, gli diede il messaggio: “Dio vuole farti un regalo” l’uomo, inaspettatamente, scoppiò a piangere. Disse che si era allontanato da casa per un paio di giorni perché, disperato per la cattiva situazione economica, voleva suicidarsi. Non ne aveva avuto ancora il coraggio, ma aveva avuto intenzione di farlo - fino a quel momento. Ma ora, avendo sentito questa frase miracolosa, non l’avrebbe più fatto; chiese anzi di poter raggiungere questo sconosciuto maestro.
Alcune citazioni:
“Non sono venuto per insegnare ma per risvegliare. Comprendete dunque che non stabilisco precetti.”
“Esiste una sola domanda. E una volta che conosci la risposta, non ci sono più domande da chiedere. E a quella domanda originaria esiste soltanto una risposta finale. Ma tra quella domanda e quella risposta ci sono innumerevoli false risposte.
Queste false risposte - come ad esempio, io sono pietra, io sono uomo, io sono donna, io sono grande, io sono piccolo - sono una ad una, ricevute, messe alla prova, scartate, finché la domanda raggiunge la risposta giusta e finale: io sono Dio.”
“Tutte le illusioni vengono e vanno, ma l’anima rimane senza cambiamento. Ciò che si intende per ‘God-realization’ (Realizzare che si è Dio’), è di fatto avere l’esperienza diretta di questa cosa importante - che l’anima è eterna.
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