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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

Nessuno può comprendere al di sopra del proprio stato.


Alla ricezione di qualsiasi stimolo - la lettura di questa frase, ad esempio - noi percepiamo in relazione allo stato in cui ci troviamo. Possiamo vedere quello che lo stato in cui siamo ci permette, nulla di più. Se sono nello stato abituale meccanico in cui tutti gli esseri umani si trovano per la maggior parte del tempo, lo stimolo cadrà come una pallina della roulette e si imbatterà casualmente con l’io del momento. Questo io, se siamo fortunati, potrebbe anche essere particolarmente ricettivo e comprendere qualcosa e magari volere, a seguito dello stimolo, trasformare la propria vita in meglio. Ma gli io, come abbiamo ripetutamente detto, non durano che tre secondi e, immediatamente, un altro io senza relazione prenderà il suo posto, e sarà incuriosito da una certa ricetta di frittelle di spinaci.


Inoltre, l’io del momento agirà come forza contraria allo stimolo originario. O si opporrà, dato che opporsi è l’atteggiamento più facile, meccanico e basso che una persona possa avere (spesso travestito dalla sensazione di essere più intelligenti e profondi, poiché la certezza di avere ragione non ci abbandona mai nemmeno quando siamo totalmente ciechi al reale, anzi, soprattutto ci avvolge quanto meno vediamo e sappiamo), oppure si lascerà andare ad associazioni che in pochi secondi lo porteranno lontano da questa idea iniziale.

Dal livello dei molti io nulla può accadere, se non in modo del tutto casuale.


Potrei distinguere ulteriormente almeno due sotto-livelli diversi in questo ‘livello dei molti io’: quello che viene chiamato Mondo 96, dove sarò negativo, irritato, disattento, pronto ad auto-giustificarmi, sarcastico, e sarò del tutto impermeabile all’idea, questa non potrà raggiungermi nemmeno nel modo più limitato. Oppure il livello del mondo 48, più attento, ragionato, logico, che può catturare qualche elemento nello stimolo, avere dei barlumi - ma, inesorabilmente, lo deformerà attraverso associazioni casuali, oppure lo dimenticherà e ben presto tutto tornerà come prima.


Più si sale di livello, si sperimenta un momento più alto, più questi livelli più bassi (che sono ciechi alla propria debolezza e incapacità di vedere, e mai smetteranno di sentirsi più intelligenti e acuti) si oppongono, deridono, obiettano, credono di sapere meglio. I livelli superiori sono più, per così dire, indifesi. Una delle inesorabili leggi che accompagnano molti fenomeni, tra cui le interazioni umane, è che l’inferiore tende a divorare il superiore. Basta uno che urla, e il silenzio è rotto. Basta un commento sarcastico ai nostri post, e lo spirito di cercare di comprendere svanisce e anche questa diventa un’arena di soggettività contrapposte come qualsiasi altro spazio nella rete.


Il mondo 24, l’essenza, ci fa ritornare bambini, attenti alle cose, meravigliati di esse. È uno stato superiore a quelli appena descritti. Porta però con sé anche un estremo pericolo di identificazione: restiamo affascinati e prigionieri di ciò che ci piace.


Soltanto quando l’essenza è consapevole di se stessa può esserci concesso di affacciarci alla realtà. Questo è un posto a cui non si giunge per caso - se non due o tre volte nella vita. Dopodiché, se lo si vuole, va riconosciuto, cercato e perseguito, imbarcandosi in un viaggio per territori sconosciuti e affrontando leggi che non concedono sconti.

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