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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

Non credere agli 'io'

(di Veruccsa Vizi)

“Non credere agli ‘io’”, uno degli insegnamenti fondamentali della quarta via, che mi lasciò con tanta perplessità quando lo udii per la prima volta.

In questo gruppo abbiamo scritto tanto sull’argomento: del fatto che non possediamo unità ma siamo fatti di tanti pensieri, sensazioni, movimenti ed emozioni, ed ogni tre secondi uno di essi prende possesso della nostra identità dicendo; “ho fame”, “è tardi”, “devo dimagrire”, “come starà mia sorella?” E così via.

Quindi, “Non credere agli ‘io’”. Ma anche questo pensiero è un ‘io’! Come faccio a non credere a tutti, proprio tutti gli ‘io’? Dovrò pur credere ad alcuni, agire seguendone certi, no?

La mia perplessità non è stata placata, quando ho sentito il mio maestro dire: “Di quali ‘io’ puoi fidarti? Di nessuno.”

Mi ci è voluto del tempo per comprendere e verificare che “Non credere agli ‘io’”, è solo metà della storia.

“Non credere agli ‘io’”; sii presente.

Non credendo agli ‘io’ si apre uno spazio, dove qualcosa di più alto può apparire.

Invece di ascoltare gli ‘io’ di stamattina, come una radio, un sottofondo interiore che non smette mai, porto l’attenzione alla luce che batte sul muro davanti a me, creando delle forme. Sul rumore ritmico dalla strada, il radiatore che scoppietta. Come un fotogramma da un film. Cercando di non lasciare che “la radio”, il commentario interiore si metta a parlare di quello che sto osservando silenziosamente. Ora cerco di ‘allargare l’angolo di ripresa’, e nel campo includo la persona sdraiata; cioè me stessa, come uno dei personaggi di una storia che osservo da fuori.

È uno sforzo molto specifico che deve essere rinnovato ogni tre secondi.

“Dovete diventare più interessati al momento presente che alla vostra immaginazione.” Disse il mio maestro.

Ora, che il personaggio si alzerà per preparare il caffè, fare la doccia e tutte le attività della giornata, sarà più difficile mantenere questo sforzo.

Mi dimenticherò. Cadrò nel credere agli ‘io’.

Ma il momento presente è sempre qui, alla distanza di uno sforzo.

"È la cosa più difficile, quella che sembra più facile - essere presente a ciò che è davanti a te”.

Goethe

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