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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

Oltre, nel qui e ora.

Nel sistema si parla di risveglio relativo come uno dei pericoli nel percorso, una fase in cui si è raggiunto una certa conoscenza di se stessi, delle caratteristiche della macchina, dell'essenza, una maggiore apertura alla realtà - uno stadio che può soddisfare, e fermare così ogni ulteriore sviluppo. Questa fase si presenta in realtà ad ogni intervallo, che arriva spesso come uno stato di soddisfazione. Si dice spesso che è più facile separarsi dall'attrito o dalla sofferenza, che non da uno stato di gioia, o di beatitudine. Raggiungiamo un risultato e ci sediamo a goderne, che è giusto in un certo senso, ma siccome le funzioni inferiori si appropriano di tutto, ciò che ne gode è anche ciò che frena il processo di crescita. Questa è una legge che vale per tutto, chi ha un business sa che fermarsi equivale a cadere; investire è il modo migliore per mantenere e sviluppare. Nel linguaggio della quarta via si dice che ogni ottava va sempre raffinata, altrimenti diventa discendente. Nel lavoro interiore non c'è mai un punto di arrivo. 'Oltre' è la parola chiave: oltre la nostra piccolezza, oltre le identificazioni, oltre gli io, anche quelli più nobili, oltre ogni stato di coscienza che ci possa venir regalato. Un maestro risvegliato fa più sforzi di ogni studente, e sembra che le forze superiori siano in uno stato di sforzo ancora più alto - quando abbiamo un flash della bellezza e dell'ordine dell'universo comprendiamo che non potrebbe essere che così. Stamattina è arrivata la frase quotidiana del mio maestro, che dice: "Questo stato è tutto ciò che c'è, e tutto ciò di cui abbiamo bisogno", accompagnata da una citazione di Democrito: "Il desiderio di avere di più distrugge il presente". A prima vista sembra una contraddizione. E lo è, per il pensiero formatorio, la parte di noi che ci tiene in un pensiero pigro. Stare nel qui e ora può diventare un respingente per fare sforzi, così come fare sforzi può esserlo per stare nel presente. Quando ci ricordiamo che non siamo un'unità, il pensiero diventa più psicologico, e si comprende che per la macchina stare nel qui e ora richiede sforzi. I centri superiori invece sono a casa. Tenere insieme e accettare queste apparenti contraddizioni mantiene il lavoro vivo, e in alcuni istanti posso vedere che nel presente mi sto in realtà muovendo alla massima velocità. Come realizzare che sono seduto qui, in poltrona, nella quiete del mattino, mentre il pianeta si sta muovendo intorno al sole, in viaggio attraverso la galassia.

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