Quello del parlare inutile è un punto su cui torniamo di tanto in tanto, perché è uno degli ostacoli principali al risveglio.
Ouspensky, nella Quarta Via ne parla così: "Un’altra funzione inutile è quella del parlare; parliamo troppo. Parliamo, parliamo, parliamo e non ce ne accorgiamo mai."
Perché è inutile? Semplicemente perché ci porta via dal presente ed elimina energia preziosa che può essere usata per il lavoro.
Il mio maestro ha detto che all'inizio del suo insegnamento non riusciva a parlare e ad essere presente - non appena cominciava a parlare, perdeva la presenza. Anche se è certo possibile qualche volta, il parlare consapevole è uno scopo molto alto.
Probabilmente questo concetto genererà qualche io opposto come "Beh, bisogna pur comunicare" o, "Io ho il problema opposto: non parlo mai!"
Il mio suggerimento è di prendere questa idea in modo molto semplice e provare a darsi un esercizio mentre si parla, come darsi lo scopo di ascoltare la propria voce, o di notare il colore degli occhi della persona a cui parliamo; questo ci aiuterà a mettere i bastoni tra le ruote all'inerzia meccanica, e verificare che spesso, quando parliamo, non siamo presenti.
A quel punto intervengono valutazione e opportunità.
Un'osservazione che diventa ovvia è la connessione di tanto del nostro parlare con la considerazione interna, e il disagio che proviamo quando siamo in silenzio con altre persone. Anche quando ci troviamo al lavoro, o in situazioni che richiedono un certo ruolo, è difficile non introdurre parole che facilitino la normalità di uno scambio socialmente accettato.
Il parlare è talvolta un respingente all'aprirsi al momento presente.
Un altro aspetto è che spesso il parlare rende più reale ciò di cui parliamo, e visto che spesso parliamo di cose che non sappiamo come se le sapessimo, è lì che comincia il mentire.
Gran parte di ciò che diciamo riguarda noi stessi, e seguendo la stessa linea di quanto scritto appena sopra, cominciamo a credere di essere ciò che diciamo. Così costruiamo e rinforziamo il nostro ritratto immaginario.
Quindi quale può essere per noi un parlare utile? Ovviamente il punto da considerare non è ciò che viene detto, ma quale parte di noi si esprime quando parliamo.
Un punto di vista è che il parlare utile è in relazione a uno scopo, come per esempio considerare esternamente chi ci sta davanti.
Quando ci viene regalato uno stato di coscienza più alto verifichiamo come gli esercizi suggeriti dal sistema, come il parlare più intenzionalmente, o acquietarsi in un un silenzio consapevole sono un'emanazione della presenza stessa - quando siamo in un terzo o quarto stato infatti è uno sforzo parlare - e diventa più chiara la connessione tra parlare inutile e pensare inutile, ossia gli io che non sono relazionati a questo momento.
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