Una volta un’amica mi ha portato a visitare la sua fattoria, dove tra altri animali tiene dei lama.
Mi ha detto di avvicinarmi a uno di essi, quietamente, così che questa creatura potesse abituarsi alla mia presenza. Sono rimasto un po’, davanti a quegli occhi tranquilli e estranei che mi guardavano. Non conoscendo questo animale, non riuscivo a vedere se ci fosse tensione, o curiosità, o indifferenza.
Poi la mia amica mi ha preso la mano e mi ha fatto spostare. “Adesso andiamo dall’altra parte, perché i lama hanno il cervello molto separato tra la parte destra e quella sinistra. La sinistra ti conosce, la destra ancora no.”
Ho pensato che noi umani siamo uguali; solo, con più parti.
Quale parte in te sta leggendo questa frase? A seconda di dove sei, capirai certe cose e non altre. Poiché queste parti sono indipendenti, e spesso in conflitto, è necessario che quando una di esse prende il comando, magari anche solo per pochi secondi, altre vengano inibite; se necessario con la violenza, attraverso un meccanismo che la quarta via chiama ‘respingenti’. Un po’ come il tiranno che si insedia al potere e uccide o incarcera o esilia i propri avversari.
Se tra gli esiliati ci sono le nostre parti migliori, siamo nei guai.
Nella vita ordinaria ognuna di queste parti spinge e combatte per se stessa. In una disciplina di scuola, esiste un lavoro preparatorio per tranquillizzare queste parti. E poi un altro lavoro, più specifico che, una volta che questi animali si sono tranquillizzati, richiama la parte più alta: quella che dovrebbe essere lì per diritto di nascita, ma si trova in esilio.
Tutto il lavoro consiste nello spostare la nostra identità, il nostro senso di ‘io sono’, dalle funzioni (corpo, sensazioni, sentimenti, intelletto) alla Presenza. A quella parte in noi che è come una fiammella: non pensa, non prova sensazioni, ma semplicemente è testimone.
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