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Una goccia di pioggia lungo il vetro

  • Immagine del redattore: Il Ricordo di Sé
    Il Ricordo di Sé
  • 31 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

Un momento di presenza viene dall'alto, è un regalo che genera gratitudine.


D'altro canto è figlio di un lavoro di pulizia e di riordino per essere in grado di passare dal caos dei molti io e della personalità, a più semplicità - dai mondi più pesanti come Mondo 96, a quelli più leggeri, come Mondo 24 (quello dell'essenza). Un posto più semplice e quieto aiuta a credere meno agli io, all'identificazione con opinioni o giudizi, e un lavoro di scuola rende più sensibili agli idrogeni più fini di mondi superiori (Mondo 12 e Mondo 6) che sono in tutto quello che ci circonda.


Un reale lavoro non può che essere un lavoro pratico, che si basa su come essere svegli nel momento. In questo momento. Con il tempo e con una scuola può trasformarsi in qualcosa di così pratico che è difficile comunicarlo, diventando un riconoscere più che un fare. I centri superiori si rispecchiano in ciò che è davanti a loro.


Oggi piove. C'è allerta rossa in gran parte della regione, si aspetta qualcosa di estremo. Mentre guardo fuori dalla finestra per avere un'idea della situazione, pensando come gestire le possibili infiltrazioni di acqua dal tetto, all'improvviso vedo una goccia che scorre lungo il vetro, una delle tante, e come la madelaine di Proust mi riconnette a quando, da bambino, pioveva, ed ero attratto dalle goccioline sul vetro, che quasi come in una gara, scorrevano piano in verticale, fino a quando non si connettevano con un'altra che si era bloccata, unendo la forza, e andando giù più velocemente.


Il terzo stato crea memoria, sebbene non sia una semplice memoria dei dettagli, ma il ricordo di uno stato differente che si unisce a tutti gli altri momenti in cui ne abbiamo fatto esperienza. Istanti di presenza bucano la superficie del sonno per riconnetterci a una realtà che è sempre lì, come la luce del sole sopra le nuvole, che non cambia da un giorno all'altro, da un anno a un altro. La presenza crea memoria vivida di quella luce.


Così davanti a quelle goccioline Mondo 12 è diventato evidente, si è riconosciuto, e si è connesso a quei momenti da bambino come se fossero lo stesso, invitandomi a uno stato più quieto e più reale.

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